Questo 2023 ci ha visti affrontare sfide non nuove, ma rinnovate nella loro intensità: povertà croniche, ereditate e “di ritorno” hanno accompagnato la nostra azione sul territorio nella ricerca di risposte ai tanti bisogni delle persone che hanno richiesto il nostro sostegno.
I dati preliminari dell’Osservatorio diocesano povertà e risorse ci parlano di aumenti su tutti i principali servizi di cui ci occupiamo: 73.951 pasti totali distribuiti dalle mense di Pescara presso la Cittadella dell’Accoglienza “Giovanni Paolo II”, e di Montesilvano presso la Casa della Solidarietà “Madre Teresa di Calcutta” (+21,3% rispetto all’intero 2022); 243 persone ospitate in accoglienza notturna in Cittadella (+26% rispetto all’intero 2022); 1.540 le persone che hanno chiesto sostegno al Centro D’Ascolto diocesano di Pescara (+20% rispetto all’intero 2022) per problematiche principalmente legate a bisogni economici, reddito insufficiente, povertà abitativa, povertà educativa minorile, accesso alle cure ed in particolare, nell’ultimo quadrimestre agosto-novembre, si segnalano un aumento del 15% delle richieste per pagamenti utenze domestiche e spese alimentari e del 9% delle richieste per problematiche abitative; 445 famiglie sostenute dagli Empori della Solidarietà di Pescara e Montesilvano (+17% rispetto all’intero 2022) per un totale di 3.348 spese effettuate per beni alimentari, vestiario, prodotti per igiene personale e la pulizia della casa, materiale di cancelleria e per la scuola.
Il rapporto di Caritas Italiana ha un titolo preciso: “Tutto da perdere”. Dobbiamo prendere coscienza che se non ci sono interventi puntuali, individuando alcune priorità nella gestione del bene comune abbiamo già perso. L’aumento delle povertà in tutte le sue forme ci pone davanti al dovere di agire prontamente come società e fare ognuno la nostra parte: dietro queste percentuali, che indicano che qualcosa non funziona a livello di contrasto alle povertà, ci sono persone, famiglie alle quali dobbiamo dare risposte concrete. Noi siamo pronti a fare la nostra parte ma non si può pensare di lavorare solo quando ci sono le cosiddette “emergenze”; c’è bisogno di una maggiore concertazione: lavorare con e non per i poveri, per partire da loro e avere minori disuguaglianze e maggiore giustizia sociale per esigere i diritti di cui ciascuno è portatore.
Corrado De Dominicis
Direttore Caritas Pescara-Penne