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Tornare all’essenziale, come occasione di vita nuova

Carissimi,

quest’anno il Natale sarà diverso. In questi giorni lo sentiamo ripetere, e forse lo affermiamo anche noi, in maniera continua, quasi ossessiva.

L’altro giorno anche io pensavo a quanto sarà diverso questo Natale per tutti: non avremo la possibilità di festeggiarlo con i nostri affetti più cari; non potremo stare con gli amici, con gli zii, addirittura con i nonni!

Nell’incontro dell’equipe della nostra Caritas diocesana riflettevamo su come per i nostri accolti, ma più in generale, per i poveri, che siano essi senza dimora, migranti, malati, vittime di sfruttamento, senza lavoro o persone fragili ed escluse, il Natale, anche questo, non sarà tanto diverso poiché spesso vivono l’impossibilità di festeggiarlo con i propri cari e con la serenità e il clima di famiglia tipici di questo Santo giorno.

Allora questo Natale può essere diverso, deve essere diverso. Questo non significa necessariamente peggiore. Abbiamo la possibilità di viverlo davvero con occhi e cuore rinnovati dal mistero del Dio Bambino che viene in mezzo a noi e ci chiede di tornare all’essenziale, riscoprire la bellezza dell’umanità e affrontare il prossimo anno come occasione di vita nuova.

Ci guidi “La Speranza che è audace, che sa guardare oltre la comodità personale, le piccole sicurezze e compensazioni che restringono l’orizzonte, per aprirsi a grandi ideali che rendono la vita più bella e dignitosa” (Papa Francesco, Fratelli tutti n.55).

Auguri per un Santo Natale e un nuovo anno di Pace!

 

Corrado De Dominicis

Direttore Caritas Pescara-Penne

Andare oltre

Carissimi,

é stato e continua ad essere un tempo impegnativo per tutti. Un tempo che ci ha chiesto e continua a chiederci di guardarci dentro, di tornare all’essenziale e, forse, di ritornare a quella scintilla che ci ha fatto mettere in cammino nel servizio della Carità, dell’Amore. Mi piace pensare a questo tempo che forse sentiamo come faticoso come all’occasione per rinnovare davvero la nostra vita, coltivare la speranza audace di sognare in grande, rigenerarci e rendere il domani diverso, valorizzando le piccole cose e le relazioni che tanto ci sono mancate, senza guardarci indietro con nostalgia e lasciando andare il passato, nel quale affondano le nostre radici, ma che deve spingerci ad andare oltre.

A ottobre di quest’anno saranno 10 anni che ho iniziato il servizio nella Caritas diocesana.

In questo tempo ho avuto la fortuna di potermi sperimentare in diverse attività. In ognuna di queste tappe devo riconoscere un dono di Dio per me perchè ho scoperto, sotto punti di vista diversi, la ricchezza e la bellezza che abbiamo la grazia di vivere ogni giorno nel servizio che siamo chiamati a svolgere.

All’inizio di questo nuovo anno pastorale e, all’inizio di questo servizio che mi ha chiesto l’arcivescovo, vorrei cogliere questa importante occasione per cinque brevi grazie.

Il primo va a Sua Eccellenza. Con lo spirito di servizio con il quale ho sempre cercato di vivere ogni servizio affidatomi, mi appresto ad affrontare l’impegno che il vescovo Tommaso mi ha proposto. Voglio ringraziarla per la fiducia, la stima e la vicinanza che mi ha sempre dimostrato e che, in questa occasione particolare, ho avuto, ancora una volta, modo di sperimentare da vicino. Sappiamo di poter contare sulla sua presenza e sulla sua amicizia. Spero di ricambiare con il mio servizio la fiducia concessa.

Poi voglio ringraziare don Marco per l’impegno profuso e per il cammino fatto insieme in questi anni. Gli auguriamo il meglio per il servizio in Caritas Italiana.

Il terzo grazie, che scaturisce con gioia oggi dal mio cuore, va ai parroci e a voi operatori e volontari della Caritas diocesana, delle numerose Caritas parrocchiali e dei gruppi di servizio della mensa. Senza l’accoglienza e l’attenzione dei nostri pastori che accompagna il vostro prezioso servizio, le vostre professionalità, la vostra passione e la forza del cammino di fede personale che confluisce nel cammino della nostra Chiesa locale, non potremmo essere testimoni di quella Carità che è il volto stesso del buon Dio. «Dio è carità. Chi rimane nella carità, rimane in Dio e Dio in lui» (1 Gv 4, 16). Rimaniamo nella carità e continuiamo, insieme, questa storia che il Signore ha iniziato con noi e con l’umanità intera.

In questo momento voglio spendere una parola di gratitudine per il mio papà, la mia mamma, mia sorella, la mia bimba e chi condivide con me la vita . Sono per me un esempio, una guida, un sostegno e il porto sicuro dove sostare per sentirmi davvero amato.

L’ultimo grazie, il più importante, quello più sentito va a Dio, Padre buono che sa operare anche attraverso strumenti insufficienti e al quale affido il mio, il nostro servizio ai poveri.

L’augurio è di mettere i poveri sempre di più al centro del nostro pensare, del nostro agire perché solo così saremo davvero testimoni dell’amore di Dio. L’altro giorno mi hanno consigliato di ascoltare una meditazione di fratel Enzo Bianchi in occasione di un incontro ad Assisi nell’ambito del Cortile di Francesco: era una lectio sull’oltre. Mi ha colpito la freschezza e la verità di un’affermazione che per noi cristiani rischia di restare un po’ sepolta sotto la polvere del “si è sempre fatto così”. Gesù è andato sempre oltre, fin da quando è andato oltre le sue prerogative, il suo privilegio di essere Dio. Una vera rivoluzione, Dio fatto uomo. A volte lo diciamo con un pizzico di “leggerezza”. Quanto è dirompente l’andare oltre di Gesù? Quanto squarcia la consuetudine della vita di tutto noi, ieri quanto oggi. Quanto ci chiama, in prima persona, ad andare oltre? 

Bene, allora, verso questo oltre mettiamoci in cammino ancora una volta, con coraggio! Buon servizio a tutti e a ciascuno, nell’attesa di incontrarci più da vicino, scambiare uno sguardo, tornare ad abbracciarci, e conoscerci meglio!

 

Corrado De Dominicis

Direttore Caritas Pescara-Penne

L’opportunità di imparare

E’ ancora prematuro parlare del dopo, di quel che sarà e di come sarà, ma possiamo concentrarci sul presente, sugli attimi che scorrono impetuosi nell’oggi.

In questi lunghi giorni che sembrano non terminare mai stiamo sperimentando l’incertezza, il rischio, fondamenti dell’animo umano che sono alla base delle decisioni che prendiamo quotidianamente, delle scelte che facciamo… Ciò che la maggior parte degli uomini vive oggi nell’emergenza, però, è ciò che attanaglia la vita di molti nei restanti momenti in cui le esistenze dei più sono al sicuro.

Abbiamo l’opportunità di sperimentare qualcosa di importante nella situazione attuale, ovvero coltivare i nostri sentimenti, paure e speranze, che oggi si acuiscono nell’anima, e comprendere la sofferenza, la fragilità e il grido di coloro per cui un’emergenza non si esaurisce nell’oggi e ai quali siamo chiamati a donare uno sguardo altro, verso l’Altro…

In un momento in cui il paradosso dello stare lontani fisicamente nel qui ed ora è necessità per essere ancor più in relazione ed una comunità unita, approfittiamo per capire quali uomini e donne vorremo essere e con quale indole di figli di Dio vogliamo restituirci a questo mondo nell’immediato tempo prossimo.

“Non consultarti con le tue paure, ma con le tue speranze e i tuoi sogni. Non pensate alle vostre frustrazioni, ma al vostro potenziale irrealizzato. Non preoccupatevi per ciò che avete provato e fallito, ma di ciò che vi è ancora possibile fare.” [Papa Giovanni XXIII]

 

Don Marco Pagniello

Direttore Caritas Pescara-Penne

 

Pace è Azione

Sono tante le parole usate ed abusate da noi uomini per raccontare il mondo, i suoi eventi, descriverne protagonisti e antagonisti, virtù e corruzioni. Parole che ripetute all’infinito rischiano di essere svuotate del loro senso, della loro forza e delle azioni ad esse connesse.

Tra queste c’è “PACE”: un vocabolo che sentiamo pronunciare in continuazione e vediamo abitare la bocca di tante persone, ma non possiamo fare a meno di chiederci se essa abiti anche il loro cuore.

Facciamo in modo che la Pace abiti il nostro cuore ed insieme ad esso le nostre mani: la Pace è un concetto molto più concreto di quanto si pensi, è sinonimo del “fare”, del “creare”, è azione, gesti. La Pace è “un bene prezioso”, come sottolinea Papa Francesco nel suo messaggio per la Giornata Mondiale della Pace 2020, una possibilità reale per lasciare un segno nel mondo e incontrare davvero l’altro. Questo cammino verso l’alterità non può che essere guidato dalla fiducia che l’altro abbia bisogno della pace tanto quanto ne ho bisogno io. Allora con fede genuina, speranza viva e carità operosa mettiamoci in cammino.

Non smettiamo mai di riempire di senso la Pace e radichiamo in essa le nostre azioni.

 

Don Marco Pagniello

Direttore Caritas Pescara-Penne

Auguri di realtà!

L’augurio per questo Natale è quello di tornare a stupirci per il mistero dell’incarnazione. Dio viene per stare con noi, per prendere dimora nell’uomo e vivere pienamente da uomo per l’uomo.

Da troppo tempo siamo distratti dal frastuono delle parole svuotate di senso, dalle urla con le quali si affrontano le vicende e le storie degli uomini; siamo tentati di allontanarci dalla realtà, di vivere lontani dalle cose concrete, dalla quotidianità fatta di gesti, incontri, sguardi. Parliamo per slogan, pensiamo con la pancia e perdiamo di vista la bellezza, la forza e la preziosità della vita dell’altro.

Torniamo alle cose semplici, all’essenziale.

Ripercorriamo il cammino dei pastori, dei magi e di tanti uomini e donne che nel corso della storia hanno voluto incontrare quel bambino nato a Betlemme. Dio si è fatto carne perché potessimo incontrarlo, apriamoci a questa possibilità.

Auguri!

don Marco Pagniello
Direttore Caritas diocesana Pescara-Penne

I tanti volti della povertà

Anche se sembra formalmente uscita dalla dialettica in seno ai mutamenti sociali, la globalizzazione economica continua a modellare le nostre Società creando forti contraddizioni e frenando qualsiasi forma di ascensore sociale.

Per questo diviene sempre più necessario conoscere e capire i contesti e i fenomeni che si esplicano nei nostri territori e all’interno delle nostre comunità, affrontando la povertà con tutte le sue facce e le sue identità plurali: la povertà non è solo un dato economico, ma è determinata da molteplici fattori che inficiano la qualità della vita delle persone, dunque assistiamo al crescente fenomeno dell’emergenza abitativa, non solo a livello locale e nazionale, ma in tutta l’area UE; ci troviamo a dover far fronte alla povertà educativa che impedisce a bambini e ragazzi di accedere ad un’istruzione di qualità, ad esperienze formative e circuiti culturali; constatiamo l’isolamento sociale dei giovani, una triste realtà della nostra società, che conduce al sempre più crescente fenomeno dei NEET, giovani che non studiano, non lavorano e non cercano un impiego; prendiamo tristemente atto del basso tasso di natalità nel Paese come indice di una povertà strutturata che limita le risorse degli individui.

Agire sui vari volti della povertà, comprendendone dinamiche e mutamenti, rifiutando facile demagogia, capziose strumentalizzazioni e generalizzazioni, non è solo un atto di giustizia verso i poveri, ma per l’Umanità intera.

Don Marco Pagniello

Direttore Caritas diocesana Pescara-Penne

“Cui prodest scelus, is fecit”

Nella costante ricerca di rassicurazioni, siamo portati come esseri sociali ad assecondare tutto ciò che ci faccia sentire protetti, che ci assolva da responsabilità morali troppo pesanti da sostenere e troppo complesse da governare.

Forse per questo una crescente cultura che tende a ribaltare i rapporti fra i Valori in un turbine di paradossi morali e simulacri di rettitudine, marchiando di empietà un concetto alto come l’accoglienza, fa sentire una gran parte della nostra Società così rassicurata al cospetto di pericoli solo percepiti: perché le concede uno sfogo, una via di fuga, una distrazione massificata da ciò che invece la realtà stessa dovrebbe effettivamente essere attraverso l’impegno di ognuno di noi, ovvero il cammino di una Comunità che non lascia nessuno indietro. Nessuno.

Dunque perché non guardare davvero alla realtà? A chi giova una guerra tra poveri? Quale tornaconto per chi agita continuamente le acque alimentando paure verso la diversità? Quale il prezzo da pagare nell’odio dei penultimi verso gli ultimi?

“Chi dice di essere nella luce e odia suo fratello, è ancora nelle tenebre” (1Gv 2,9)

 

Don Marco Pagniello

Direttore Caritas diocesana Pescara-Penne

 

 

Tempo di Quaresima

“L’ardente aspettativa della creazione è protesa verso la rivelazione dei figli di Dio”

(Rm 8,19)

 

Carissimi, siamo alle soglie di una nuova quaresima.

Davanti a noi una strada da percorrere. Possiamo pensarla come la “solita” strada, con le “solite” cose che conducono più o meno alla “solita” Pasqua; oppure, come il Santo Padre ci invita, accoglierla come una Nuova Creazione dove Colui che ci chiama è capace di renderci “nuove creature”… Colui che fa nuove tutte le cose.

Un tempo in cui non siamo chiamati solo a sentirci fedeli che ottemperano a doveri liturgici, ma Figli che si stringono intorno al Padre per vivere della sua stessa Vita e, quindi abitare questa nostra terra non come ospiti ma come figli legittimi, eredi dell’ amore di un Padre che non si limita a sorreggerci nel momento del bisogno ma che crea in noi e tra noi strade che prima non c’erano e ci rende capaci di gesti che sembrerebbero impossibili se ci fermassimo a guardare le nostre mani spesso povere, vuote e, a volte, ferite.

Digiuno, preghiera ed elemosina come un cammino in uscita dalla voracità con cui spesso trattiamo cose, affetti e legami; dal soffocante pensiero di bastare a noi stessi; dalla chiusura nei recinti dei nostri pregiudizi, delle nostre case ed a volte delle nostre chiese.

Un cammino che crei ponti capaci di collegare le nostre solitudini e renderle abitabili anche per altri, invece di pezzetti di terra in cui si coltivano individualismi e isolamenti, lasciando noi stessi e gli altri ai margini di ogni possibile felicità.

Scardiniamo recinti e andiamo incontro all’altro, qualunque segno e colore porti. Accogliamo di nuovo la nostra identità di Figli e di fratelli.

 

Don Marco Pagniello

Direttore Caritas diocesana Pescara-Penne

Anno Pastorale 2018/2019

«Voi siete angeli visibili che date sollievo e che si aggirano per il mondo, protetti dagli angeli invisibili. Camminate nel mondo per rendere bellissimo il Corpo di Cristo Glorioso. Questo è il mandato che la Chiesa diocesana vi consegna, insieme ad una grande responsabilità, quella dell’educazione, dell’accompagnamento, perché la fede deve essere trasmessa, un fede fatta di vita. Il rischio è lo scollamento tra religione, fede e vita: la fede è educativa. Bisogna educare la comunità alla carità. Siate angeli, non visti, forse non capiti, ma angeli»

Queste le parole che Monsignor Tommaso Valentinetti ha rivolto ai 140 volontari delle Caritas parrocchiali riuniti sabato 29 settembre presso il Santuario del Beato Nunzio Sulprizio, a Pescosansonesco, per la “Giornata di fraternità per gli operatori della carità” che di fatto ha inaugurato il nuovo anno Pastorale. Un anno scandito dal tema “Educare”: educare ed educarci all’incontro con i poveri coinvolgendo tutta la comunità parrocchiale, perché la carità è insita nella chiamata di tutti noi.

 

 

«Volontari, il vero motore della Carità»

Ogni giorno decine di volontari mettono a disposizione loro stessi, il loro tempo e il proprio cuore per gli ultimi. I volontari si confrontano quotidianamente con le fragilità umane, mettendosi a disposizione del bene comune.

Quest’anno pastorale è stato ricco di attività, su tutte il grande lavoro fatto con i migranti e l’avvio di una nuova mensa ed un nuovo emporio della solidarietà, segni concreti della ricerca di Verità che si esplica nel servizio della Carità. Tutto ciò è stato possibile grazie a coloro che attivamente, nelle nostre Opere Segno e nelle parrocchie, si dedicano con impegno ai poveri e a chi vive ai margini.

Come ha ricordato il nostro Arcivescovo Monsignor Tommaso Valentinetti “La massima espressione della Carità è la Giustizia”; ricercare la giustizia sociale attraverso il proprio servizio, pieno e disinteressato, affinché si persegua lo scopo per cui nessuno rimanga indietro, è ciò che muove i nostri volontari ed a loro va il mio più sincero e caloroso ringraziamento.

 

Don Marco Pagniello 

Direttore Caritas diocesana Pescara-Penne