Carissime e carissimi,
comincia il cammino dell’Avvento. Tempo in cui abbiamo la possibilità di “accorgerci”, per amare nei gesti quotidiani e nelle relazioni i fratelli e le sorelle.
La Parola della prima domenica di Avvento ci ricorda che ai tempi di Noè, l’umanità, indaffarata nelle cose quotidiane, non si accorse del diluvio finché non ne fu travolta. È l’invito a vegliare che apre il cammino dell’Avvento ogni anno. Non è solo un richiamo alla vigilanza esteriore, ma soprattutto ad una consapevolezza interiore: essere presenti a ciò che accade, riconoscere i segni della presenza di Dio nella nostra vita quotidiana. L’Avvento non è un tempo di attesa passiva, ma di allenamento, per ritrovare tempo per vivere la preghiera, la fraternità e la carità, piuttosto che riempire le agende di impegni.
Viviamo un tempo frenetico, dove le scadenze e le corse ci rubano il tempo per ciò che conta davvero. Il rischio è quello di una superficialità che ci rende incapaci di uno sguardo profondo.
Questa frenesia ci allontana da noi stessi, dai fratelli e dalle sorelle ma anche dal Signore facendocelo sentire distante ma Lui è vicino, presente proprio nelle relazioni, nella preghiera, nella carità. Vegliare, attendere, riconoscere: tre verbi che ci invitano a vivere questo Avvento come un tempo di conversione dello sguardo, per non lasciarci travolgere dalle cose, dalle urgenze ma per mettere al centro le relazioni, con l’Altro e con gli altri.
Buon cammino.
Corrado De Dominicis
Direttore Caritas Pescara-Penne
