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Pasqua 2024 🕊

La pietra rotolata

La preoccupazione dei discepoli era quella di trovare qualcuno che facesse rotolare quella pietra che aveva chiuso nel sepolcro i sogni e le speranze che il Maestro aveva suscitato.

Ancora una volta i discepoli si “fermano” a loro stessi e si concentrano sulle loro preoccupazioni.

Quante volte anche noi davanti alle difficoltà, alle paure ci concentriamo sulle nostre preoccupazioni e ci rinchiudiamo nel sepolcro portando con noi sogni e speranze.

Nella Pasqua il Signore rotola via la pietra liberando ciò che dietro di essa abbiamo chiuso, ci invita a guardare in alto, a guardare alto per sognare e sperare insieme, con Lui.

L’augurio per ciascuno è di sentire e vivere in pienezza la libertà donata dalla pietra fatta rotolare via.

Auguri, Santa Pasqua!

 

Corrado De Dominicis

Direttore Caritas Pescara-Penne

Il coraggio del silenzio

«Quando la nostra Costituzione parla di diritti, usa il verbo “riconoscere”. Significa che i diritti umani sono nati prima dello Stato. Ma, anche, che una democrazia si nutre, prima di tutto, della capacità di ascoltare.

Occorre coraggio per ascoltare. E vedere – senza filtri – situazioni spesso ignorate; che ci pongono di fronte a una realtà a volte difficile da accettare e affrontare.»

Così Mattarella nel messaggio di fine anno del Presidente della Repubblica.

Il coraggio di ascoltare di cui ha parlato il Presidente va di pari passo con il coraggio di fare silenzio, di lasciare spazio, di farci interrogare dalle parole dell’altro e dell’Altro.

Il coraggio dell’ascolto ci chiede di fermarci per non dare la prima risposta che ci viene in mente, per evitare soluzioni semplicistiche a problemi complessi; ci chiede di vedere con gli “occhi del cuore” le situazioni più vicine che le tante parole non ci fanno ascoltare; ci chiede di essere meno pieni di noi stessi per essere più aperti ad incontrare l’altro.

Il coraggio del silenzio non sia mai disinteresse, disimpegno ma tempo di cura e attenzione da dedicare a se stessi e agli altri.

Buon anno nuovo, sia davvero rinnovato dal coraggio del silenzio.

Corrado De Dominicis
Direttore Caritas Pescara-Penne

Giornata Mondiale dei Poveri 2023

«Non distogliere lo sguardo dal povero» (Tb 4,7). È il titolo della Giornata mondiale dei Poveri che il 19 novembre 2023 si celebra per la settima volta nelle nostre comunità. È un appuntamento, spiega papa Francesco, «che progressivamente la Chiesa sta radicando nella sua pastorale, per scoprire ogni volta di più il contenuto centrale del Vangelo». Infatti «ogni giorno siamo impegnati nell’accoglienza dei poveri, eppure non basta. Un fiume di povertà attraversa le nostre città e diventa sempre più grande fino a straripare; quel fiume sembra travolgerci, tanto il grido dei fratelli e delle sorelle che chiedono aiuto, sostegno e solidarietà si alza sempre più forte».

Ecco perché nella domenica che precede la festa di Gesù Cristo Re dell’Universo siamo chiamati ad accogliere il dono e a rinnovare un duplice impegno: vivere la povertà e servire i poveri. «Non distogliere lo sguardo dal povero» è un’espressione tratta dal libro di Tobia (4,7) dove si racconta di come Tobia, nel momento della prova, scopra la propria povertà, che lo rende capace di riconoscere i poveri.

Papa Francesco, nel suo messaggio, fa riferimento al momento storico che stiamo vivendo. Esso non favorisce l’attenzione verso i più poveri. A maggior ragione siamo tutti chiamati a riconoscerci poveri e a metterci al servizio gli uni degli altri.

Per leggere/scaricare il MESSAGGIO INTEGRALE del Santo Padre CLICCA QUI

Per scaricare il sussidio per l’animazione realizzato da Caritas Italiana CLICCA QUI

I silenzi che parlano

Il giorno seguente l’apertura della camera ardente per le vittime del naufragio di Cutro molti quotidiani – quasi tutti, in verità – hanno aperto le prime pagine con la foto del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella in visita a Crotone. Le immagini, che si possono rintracciare anche in rete, mostrano l’omaggio silenzioso del Capo dello Stato alle 67 vittime all’interno del “Palamilone”.

Davanti alle tante, superflue, parole che la politica ha speso in questi giorni sulla tragedia di Cutro, Mattarella ha scelto il silenzio, un silenzio commosso, quasi orante, per ascoltare quanto quelle bare avevano da dire, da urlare. Come le grida che hanno chiesto verità e giustizia al suo arrivo al palazzetto.

Una verità e una giustizia che andranno ricercate dalle autorità competenti ma che ognuno di noi è chiamato a ricercare dentro se stesso, superando gli steccati e i pregiudizi che ci guidano nel giudicare la vita dell’altro. Don Luigi Ciotti ha ricordato, in diverse occasioni, che davanti alle tragedie non basta commuoversi – come spesso l’opinione pubblica è solita fare, soprattutto attraverso i social media – ma è necessario muoversi.

E’ necessario muoversi per ascoltare il grido di dolori di uomini e donne che devono subire, guerre, violenze, miseria e cercano di salvare la propria vita e di quella dei loro figli; muoversi anche per attivare corridoi e vie sicure per l’accesso ai nostri paesi, accogliendo, promuovendo e integrando. 

«La giustizia è la prima via della carità» (come scrisse Papa Benedetto XVI nell’Enciclica Caritas in Veritate al n.6) e per essere uomini e donne di carità siamo chiamati ad essere innanzitutto uomini e donne di giustizia «rispettando i legittimi diritti degli individui e dei popoli» (ibid.). Quando siamo costretti ad individuare con la sigla KR46M0, quella impressa sulla più piccola delle bare di Crotone, un neonato deceduto, perché non siamo in grado di identificare un figlio, allora, il silenzio parla molto più di tante parole vuote.

 

Corrado De Dominicis
Direttore Caritas Pescara-Penne

#Quaresima2023 🙏🏻❤️🤲🏻


Carissimi,
si apre oggi, con la liturgia del Mercoledì delle Ceneri, il tempo della Quaresima.

Nel suo messaggio (leggi qui) Papa Francesco indica due strade per vivere questo tempo.

La prima indicazione è quella di ascoltare la Parola di Dio. Ascoltare la Parola di Dio significa ascoltare la Scrittura e i fratelli e, in particolare, coloro che soffrono: questi sono due “luoghi” privilegiati in cui il Signore parla.

La seconda indicazione è quella di affrontare le fatiche quotidiane, le durezze e le contraddizioni senza rinchiudersi, per paura, in una religiosità di eventi straordinari ed esperienze suggestive.

In questo cammino di ascesi attraverso la preghiera, il digiuno e la carità siamo chiamati a vivere in comunione, con stile sinodale. Così come Gesù ha chiamato i tre discepoli sul Monte Tabor a vivere insieme un’esperienza di grazia, chiama anche noi a vivere insieme il cammino e la grazia dell’incontro pasquale.

Buona cammino di Quaresima a tutti e a ciascuno!

 

Aggiornamenti terremoto Turchia Siria

Sono trascorsi sei mesi dalle scosse di terremoto che hanno sconvolto Siria e Turchia. L’occasione per fare un primo bilancio della situazione e delle attività messe in atto grazie alle risorse messe a disposizione dalla CEI, alle offerte raccolte a seguito della Colletta nazionale, all’intervento di Caritas Italiana e della rete Caritas internazionale.

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Aggiornato il 4 agosto 2023


Una forte scossa di terremoto di magnitudo 7,9 ha colpito alle 4:17 del 6 febbraio la zona al confine tra la Turchia e le Siria, con epicentro nel distretto Pazarcık di Kahramanmaraş. Dopo il terremoto si sono verificate molteplici scosse di assestamento, tra cui una molto forte, di magnitudo 7,7.  Oltre 17mila i morti accertati, ancora migliaia le persone intrappolate sotto le macerie. Drammatica anche la condizione dei sopravvissuti, che hanno bisogno di tutto, alle prese con le difficoltà del reperimento di cibo e acqua, e per le rigide condizioni climatiche.

«Il mio pensiero va, in questo momento, alle popolazioni della Turchia e della Siria duramente colpite dal terremoto, che ha causato migliaia di morti e di feriti – ha detto nell’Udienza generale di mercoledì 8 febbraio, papa Francesco -. Con commozione prego per loro ed esprimo la mia vicinanza a questi popoli, ai familiari delle vittime e a tutti coloro che soffrono per questa devastante calamità. Ringrazio quanti si stanno impegnando per portare soccorso e incoraggio tutti alla solidarietà con quei territori, in parte già martoriati da una lunga guerra. Preghiamo insieme perché questi nostri fratelli e sorelle possano andare avanti, superando questa tragedia, e chiediamo alla Madonna che li protegga».

Facendo proprio l’appello di Papa Francesco, la Presidenza della CEI, a nome dei Vescovi italiani, ha rinnovato “profonda partecipazione alle sofferenze e ai problemi delle popolazioni di Turchia e Siria provate dal terremoto. Per far fronte alle prime urgenze e ai bisogni essenziali di chi è stato colpito da questa calamità, la CEI ha disposto un primo stanziamento di 500.000 euro dai fondi dell’8xmille per iniziative di carità di rilievo nazionale. Tale somma sarà erogata tramite Caritas Italiana, già attiva per alleviare i disagi causati dal sisma e a cui è affidato il coordinamento degli interventi locali”.

Puoi sostenere direttamente gli interventi Caritas attraverso una donazione specificando nella causale “Terremoto Turchia Siria 2023”:

Conto corrente bancario:
Intestato
Fondazione Caritas Onlus
IBAN IT15A0843415401000000005133
presso la Banca di Credito Cooperativo di Cappelle sul Tavo

Maggiori info www.caritas.it

Da martedì 21 febbraio è possibile contribuire anche attraverso l’iniziativa “Quaresima di Carità” presso le parrocchie della diocesi. Le donazioni raccolte andranno a confluire nella colletta nazionale indetta dalla CEI per domenica 26 marzo 2023 (V di Quaresima).

Aggiornato il 20 febbraio 2023

Nessuno si salva da solo

“Nessuno può salvarsi da solo” sono le parole con cui Papa Francesco ci ha invitato a riflettere in occasione della 56^ Giornata Mondiale della Pace che abbiamo celebrato lo scorso 1 gennaio 2023.

Il messaggio del Papa è carico di speranza anche di fronte alle difficoltà del momento presente e a quelle che abbiamo vissuto a partire dall’ emergenza da Covid-19. Quello di “avere il cuore aperto ad accogliere Dio che si fa presente” nel cammino quotidiano è l’auspicio che rivolge a ciascuno.

Non deve mancare la volontà di essere artigiani di pace, secondo un’espressione felice che ha già utilizzato in altre occasioni, per prenderci cura gli uni degli altri, della nostra casa comune, per abbattere le disuguaglianze, garantire cibo, lavoro e diritti a ciascuno e sviluppare politiche adeguate per l’accoglienza e l’integrazione.

La sfida del Covid e quella della guerra continuano a dirci che siamo chiamati a riscoprire la fratellanza umana; solo insieme possiamo affrontare queste sfide enormi per l’umanità. “Dalle crisi non se ne esce mai uguali: o migliori o peggiori”.

Scegliamo insieme la prima via.

 

Corrado De Dominicis

Direttore Caritas Pescara-Penne

Saluto don Marco Pagniello

Pescara, 22/06/2020

“Benedirò il Signore in ogni tempo, sulla mia bocca sempre la sua lode!”
Salmo 33 (34)

Carissimi,
in ogni tempo della Vita, benedico Il Signore perché mi dà modo di scorgere le sue Meraviglie!

E questo è un tempo privilegiato in cui l’umana fatica per una riconsegna di questa porzione di chiesa che Dio mi ha affidato anni fa, si accompagna ad un sentimento di profonda gratitudine.

Sono tanti i motivi per cui oggi rendere grazie, tra questi sicuramente siete tutti voi!

Grazie a voi carissimi volontari, per la generosità che vi contraddistingue, per la vostra risposta coraggiosa ad una chiamata non sempre semplice e confortevole ma senza dubbio costante.

Grazie perché condividete le fatiche e le gioie della prossimità, la ricerca di un bene sempre più grande, di una strada in continuo assestamento, perché chi dona con gioia sa che ogni persona ha il suo percorso per essere raggiunto.

Ogni volta c’è da inventare e creare una nuova modalità!

La Carità è un cantiere sempre aperto. Grazie perché contribuite a migliorare ogni nostro servizio, prendendone parte come membri di una grande famiglia.

Grazie a voi carissimi operatori, che rendete possibile tutto questo, ognuno al suo posto, ognuno con la sua specificità e con le sue diversità.

Tanti volti, tante mani, tanti cuori che si sono avvicendati nel tempo e che hanno contribuito all’opera bella che è diventata oggi. Ogni progetto, ogni servizio, nasce sempre dentro una storia… da qualcosa che lo precede e qualcosa che da esso nascerà.

Abbiamo vissuto fatiche, attraversato incertezze, forse a volte fatto qualche errore, ma ognuno di essi è servito per indicare il passo successivo, a scrivere un’altra riga di questo libro ancora tutto da completare.

Grazie perché vi mettete in gioco, ogni giorno, dentro storie di uomini e donne che non hanno istruzioni per essere comprese o ricette per essere “risolte”, ma solo il Mistero da cui lasciarsi interrogare.

Grazie a tutta la Città, alla Società Civile tutta, con la quale, attraverso i suoi rappresentanti, abbiamo lavorato per la costruzione del Bene Comune.

Il lavoro fatto in rete, la volontà di unire forze e competenze, ci ha resi capaci di aggiungere mattoni importanti nell’edificazione di un “edificio comune”.

Alleanze, le nostre, che hanno reso possibili ponti di collegamento tra mondi opposti; risorse materiali ed umane che hanno generato risposte abili di fronte a situazioni di emergenza o di forte necessità.

La ricerca di un linguaggio comune, la scelta di percorsi concilianti, ci ha insegnato che la Carità sa andare oltre le strade conosciute ed è capace di lasciare traccia lì dove mancava anche il sentiero.

Grazie alla Chiesa di Pescara – Penne, che anche attraverso tutte le associazioni caritative e non, in spirito di comunione, ha realizzato progetti di bene, per essere insieme sentinelle di gratuità che indicano le nuove strade di un Amore più grande.

Grazie perché siamo memoria gli uni per gli altri che la nostra prima grande Missione è ricordare al mondo che la Carità è “cosa” di tutti, è una scelta del cuore prima di essere un’opera delle mani.

E sull’amore che saremo giudicati!

Grazie a tutti! Con l’augurio di poter continuare questa grande opera di fioritura lì dove siete, in prima linea, con lo stesso cuore. A questo siamo chiamati: rendere questo mondo migliore, testimoniando con la vita che i poveri non sono una categoria ma siamo tutti noi quando ci imbattiamo nelle falle della nostra umanità e riconosciamo che proprio queste sono il luogo privilegiato dello sguardo d’amore di un Padre che per i suoi figli altro non desidera che la vita in abbondanza.

Essere di questo testimoni è la grande opera di Carità.

Che Dio benedica ciascuno di voi e continui in voi ed attraverso voi l’opera da Lui iniziata!                                                                                 

Emergenza Covid19: il Servizio Civile non si è mai fermato

I progetti di Servizio Civile della Caritas Pescara-Penne non si sono mai fermati. I giovani volontari si sono detti da subito disponibili a rimanere in servizio anche cambiando parzialmente le loro mansioni pur di essere a servizio del bene comune e con attenzione a chi, in questo momento di emergenza, aveva più bisogno. Abbiamo provveduto ad attuare tutte le misure necessarie perchè si potessero portare avanti i progetti in sicurezza e seguendo tutte le prescrizioni necessarie così da garantire e valorizzare la disponibilità dei ragazzi ai quali va il grazie di di tutta la comunità.

Condividiamo le testimonianze dei nostri ragazzi: Alessia, Deborha, Dimitris, Eva, Mitra, Eleonora, Irene, Maria Lucia e Sharon!

“In questi giorni di emergenza dovuti al Covid-19, ho deciso di proseguire il Servizio Civile, e il mio impegno è quello di contribuire affinché tutti possano avere un piatto di pasta caldo a pranzo e a cena. Insieme alle altre civiliste e ai volontari presenti, prepariamo ogni giorno i pasti da asporto da distribuire a chi, purtroppo, non ha la possibilità provvedere da sé al proprio sostentamento. Il numero dei pasti è di certo aumentato, vista anche la chiusura delle altre mense presenti sul territorio. Inoltre, grazie alla Protezione Civile, sono state allestite delle tende che potessero accogliere chi non può stare a casa. Dunque, mi impegno affinché il mio “piccolo” aiuto possa essere una risorsa per il mio Paese”.

Irene , in servizio presso la Cittadella dell’Accoglienza “Giovanni Paolo II”


“In questo periodo di emergenza il mio servizio è stato temporaneamente modificato. Adesso, la mia mansione è abbastanza semplice: principalmente servo la frutta in un emporio della solidarietà Caritas. Nonostante possa sembrare banale, sentirsi dire da una signora che grazie a quel luogo ora ha la possibilità di riempire la tavola, e che nonostante la mascherina ha colto il mio sorriso dagli occhi è veramente gratificante. Essere in Caritas mi permette di offrire un aiuto concreto al servizio degli altri, e alimentare un senso di comunità attivo e responsabile”.

Deborha, in servizio presso il centri di accoglienza SIPROIMI LapeDream e presso l’Emporio della solidarietà


“Trascorrere i giorni più bui della crisi presso la Cittadella di Pescara non mi ha resa un’eroina pronta ad affrontare il pericolo in prima linea, a combattere un nemico invisibile contro cui nulla sembrava essere possibile se non seguire il consiglio di starsene a casa, protetta dalle mura domestiche a riparo da ogni forma di contagio che potesse arrivare dalla sola vicinanza di un qualsiasi essere vivente. Ma é nelle piccole cose che siamo chiamati a scoprire la concretezza del nostro essere e nella banalità del mio semplice gesto di porgere un pacco ad una persona angosciata dal suo stato di sofferenza, dalle preoccupazioni di non essere d’aiuto per la sua famiglia, accompagnandolo con un sorriso ,anche se dietro ad una mascherina, ho riscoperto la bellezza e la gioia di quanto possa io essere utile all’altro”.

Alessia, in servizio presso il CdA e poi anche presso la Cittadella dell’Accoglienza “Giovanni Paolo II”


Decidere di proseguire il Servizi Civile durante l’Emergenza COVID-19 è stato molto difficile. Avevo tante paure, tante responsabilità soprattutto nei confronti delle persone a me care. Eppure l’idea di non poter essere utile a nessuno, di usare il mio tempo inutilmente non mi rendeva serena.  Ho stravolto un po’ le mie abitudine, i miei affetti. Ho ridimensionato i miei spazi e con più tranquillità sono tornata a svolgere il mio servizio presso il centro di accoglienza Siproimi “LapeDream”. Con le dovute precauzione ho cercato di portare avanti il progetto ed alcune attività stabilite inizialmente, quando tutto questo poteva essere definito solo fantascienza.  Alcuni giorni trasformiamo i nostri spazi in una scuola di italiano. Sono stati realizzati cartelloni, improvvisate lezioni virtuali. Abbiamo organizzato momenti di svago, ricreativi rispettando sempre le dovute distanze.  Abbiamo cercato di riportare un po’ di normalità in una realtà ormai surreale. Eppure è, ancora, tutto molto difficile. È difficile, infatti, supportare senza porter abbracciare; è difficile dare conforto senza poter stringere le mani a chi, come noi, è incredulo per tutto ciò che sta accadendo. È difficile, infine, non poter rispondere ai sorrisi dei bambini che ogni giorno, curiosi, indicano le nostre mascherine.  Mascherine a cui neanche noi grandi riusciamo ad abituarci”.

Eva, in servizio presso il centri di accoglienza SIPROIMI LapeDream


“Decidere di continuare il Servizio Civile non è stato facile. Considerando tutti i rischi e le mie preoccupazioni, non solo per me stesso, ma anche per mia madre e la sua salute, che è venuta a trovarmi a febbraio ed è costretta a stare lontano da casa sua, dalla Grecia, da 2 mesi e mezzo ormai. Il mio lavoro quotidiano nella struttura d’accoglienza doveva cambiare. Non cercavo più lavori e appartamenti per i nostri beneficiari. Le lezioni sono state sospese per un periodo. La cosa principale che dovevo fare ora era scaricare cibo dai camion, aiutare a cucinare i pasti, e fare attività ricreative con i beneficiari (rispettando sempre le dovute distanze) che erano costretti a rimanere all’interno della struttura. Sono molto felice che i beneficiari rispondano anche nelle difficili condizioni in cui viviamo con entusiasmo nelle lezioni e le attività ricreative che facciamo ogni giorno. Stiamo attraversando un periodo difficile, ma con ottimismo, solidarietà e devozione verso i nostri simili, possiamo emergere vittoriosi!”

Dimitris, in servizio presso la sede Caritas Diocesana Pescara-Penne dove è presente un Centro di accoglienza per immigrati


“Sono molto contenta di aver svolto servizio civile in questo periodo molto delicato, in cui tutti erano obbligati a stare a casa in quarantena e i bisogni delle persone di cui siamo responsabili ancora rimanevano. Mi sono sentita anche fortunata di aver avuto l’opportunità in questo periodo di fare un lavoro che mi piace e essere utile. Il mio servizio in questo periodo età anche più vario: dalla cucina alle pulizie e, per mia particolare contentezza. La scuola coi migranti del centro di accoglienza SIPROIMI. ho fatto il massimo per rendermi utile e spero tanto che presto tornino i giorni in cui tutti possono tornare a vivere la loro vita come vogliono senza paura e limitazioni.

Mitra,  in servizio presso la sede Caritas Diocesana Pescara-Penne dove è presente un Centro di accoglienza per immigrati

 

Nessuno resti indietro. Caritas Italiana per un piano per la protezione sociale universale contro la crisi

Caritas Italiana vive con grande preoccupazione l’inedita fase storica che il nostro Paese sta attraversando. La sua presenza capillare nel territorio attraverso la rete delle Caritas Diocesane – al fianco di tante persone e famiglie in difficoltà – la porta a mettere in evidenza due pericoli che emergono sin da ora. Da una parte il diffondersi dell’impoverimento e l’acuirsi delle disuguaglianze, e, dall’altra, il sorgere di nuove tensioni sociali. Per evitarli è necessario agire con rapidità e decisione. Questa responsabilità è di tutti e coinvolge sia le scelte personali, sia le decisioni delle pubbliche Istituzioni.

Sarà questo un modo per dare ascolto al recente messaggio di Papa Francesco “mentre pensiamo alla lenta e faticosa ripresa dalla pandemia, s’insinua un pericolo: dimenticare chi è rimasto indietro”. Per questo è necessaria unità tra noi, persone, comunità e stati. In particolare, alla vigilia di un importante vertice europeo, è fondamentale che – come auspicato oggi dal Papa – “l’Europa riesca ad avere questa unità fraterna che hanno sognato i padri fondatori dell’Unione Europea”.

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